Emanuele Cassina exclusive shooting and interview

Oggi vi presento un servizio fotografico realizzato in esclusiva per Fluffer Magazine. La splendida Nicole Andrea è stata immortalata da Emanuele Cassina, giovane fotografo bergamasco appena venticinquenne che si definisce un «libero amante e sognatore». I suoi scatti intensi e appassionati mi hanno stregato, e ho avuto il piacere di intervistarlo per voi. Buona lettura! (Eva Di Tullio)

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Chi è Emanuele Cassina?
Bella domanda… be’ a dir la verità non lo so ancora nemmeno io.
Sono caratterialmente riservato… agli occhi di chi mi osserva Emanuele Cassina è un ragazzo di 25 anni che lavora in un centro commerciale come commesso nel reparto di elettronica, sei giorni su sette, quasi sempre la domenica avendo così pochissimo tempo per le proprie passioni: la fotografia e la musica.
Questo — chiamiamolo svantaggio — lo trasformo in un vantaggio, poiché a contatto con la gente posso osservare la natura umana e trasformarla creativamente, incarnando ciò che ho scritto sul mio tumblr: un libero amante e sognatore.
Sono testardo e quando decido qualcosa non mollo, mi piacciono le sfide condite da un po’ di perfezione. Perciò, quando riesco a scattare, e questo capita, se va bene, due volte al mese, cerco di organizzare al meglio i set con chi realmente mi dimostra passione e voglia di collaborare insieme, portando a casa un risultato che per me è il migliore possibile.

Cosa significa per te fare fotografia?
Fare Fotografia, con la F maiuscola, significa tante cose. La prima, in ordine di “superficialità”, se possiamo così definirla (e non facendola per lavoro), è un ottimo metodo per “staccare” dalla routine quotidiana. Fatta di frenesia e pazzia, con rarissimi veri rapporti umani; quindi la vivo come una semplice, bella passione.
Sicuramente è stata anche un modo per “sbloccarmi”. Difatti prima di avventurarmi nella fotografia ero molto timido, e ciò non mi permetteva di approcciarmi con agli altri nel modo migliore.
La fotografia ha un grande potere, in particolare quella ritrattistica che, per me, è a tutti gli effetti uno studio completo della persona, del soggetto che si ha di fronte; se non si vuole conoscere nel profondo il soggetto ritratto, non si avranno mai delle fotografie degne di essere chiamate tali: lo scatto viene dopo, prima si deve parlare, osservare e dedurre; essere un po’ psicologi mancati.
Fotografare è vedere “oltre” le cose, immaginare e portare lʼimmaginazione nel reale.

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Quali soggetti finiscono nel tuo obiettivo?
Per quanto riguarda i soggetti ritratti, se devo essere sincero, non ho una logica precisa anche se mi rendo conto di selezionare molto i volti che fotografo.
La mia linea generale tendenzialmente punta a soggetti tipo «ragazze della porta accanto», anche se a dir la verità vado molto a “intuito”, seleziono ragazze che suscitano in me curiosità a prescindere dalla loro immagine e, anche per questo, ho fotografato le cosiddette alternative models.
Adoro in particolar modo scattare ragazze “sconosciute”, con poca o nulla esperienza nel posare. Credo sia la vera condizione che distingue il fotografo ritrattista; mostrare una immagine diversa a persone comuni abituate a vedersi tutti i giorni nello stesso modo.
La mia soddisfazione viene quando il mio lavoro non è solo lo scatto nel portfolio di una modella ma quando vedo una sincera gratitudine dopo la consegna degli scatti.

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Chi è cosa sono i tuoi punti di riferimento nella tua arte fotografica?
Il mio primo «credo» in assoluto è «credere in se stessi» che sembra scontato ma molte volte si è scoraggiati e si vorrebbe mollare tutto. Non nego che a me succede spesso perché ho il brutto difetto di non riuscire a restare impassibile rispetto alle cose.
Non prendo mai spunto dai social o da altri portali dedicati, in quanto credo che, per migliorare continuamente bisogna osservare e ammirare gli artisti che hanno fatto storia. In particolare seguo molto Hamilton, Lindbergh e Avedon e, tra i contemporanei, Bellemere.
Mi piace sperimentare cose nuove senza fossilizzarmi su uno stile o genere particolare.
La linea guida del mio lavoro è la semplicità, non amo la fotografia troppo elaborata e punto decisamente ad altro; amo la fotografia “reale”, che ti resta in testa e colpisce diretta al cuore.
Scatto praticamente sempre a luce naturale, tipologia di luce che amo e riesco a capire facilmente; lascio muovere la modella a suo piacimento e “pretendo” che vengano fuori le emozioni.
Mi è capitato spesso di vedere piangere ragazze durante gli scatti, non perché le picchiassi ovviamente ma perché, ripescavano emozioni e ricordi sopiti.
Le emozioni e l’ambiente ricreato escono di forza nello scatto: è questa per me la vera fotografia e quel “di più” che rende lo scatto valevole.

Raccontaci uno scatto che ti ha lasciato il segno più degli altri.
Ho nel cuore e nella mente due scatti, molto diversi. Il primo era il secondo servizio con Chiara, amica e stupenda ragazza, con la quale da subito si è instaurato un ottimo feeling che permette un set senza molta fatica anche perché, tutto viene spontaneamente.
Era un tardo pomeriggio di maggio con un sole che, tramontando, disegnava una luce morbidissima e quasi magica; decisi di spostare il letto rotondo vicino alla porta finestra per provare scatti in controluce; ed ecco l’immagine giusta, un primo piano di chiara con il braccio che sporge dal letto, i lunghi capelli biondi su un lato e lo sguardo fisso in camera che racconta tutto senza parlare; dava il vero senso del tema che mi ero prefissato.
Il secondo è più recente ed è un ritratto molto semplice di una ragazza Cecoslovacca di nome Marie, inviata da un’agenzia per un “free test”, altissima bionda e con due occhi azzurro pastello, 16 anni ed era da pochissimo a Milano. Quando realizzo un servizio, un qualsiasi servizio, adoro iniziare con dei semplici ritratti a luce naturale con il soggetto seduto su uno sgabello per metterlo a suo agio.
Notai subito una forte somiglianza con l’attrice Nicole Kidman e, per farla sciogliere e strapparle un sorriso decisi, per tutto il servizio, di chiamarla Nicole.
In un attimo il “feeling” giusto era stato stabilito.
Della serie dei ritratti fatti quel giorno, ne scelsi solo uno; un primo piano dove Marie guardava nel vuoto, uno scatto rubato, in un momento di relax. Il volto rispecchiava questo stato, pensieroso, dove si poteva cogliere dagli occhi azzurri le peripezie, le paure, le aspettative di questa giovane donna, catapultata nel mondo della moda ma con un pizzico di nostalgia di “casa”.

Una domanda che ancora nessuno ti ha rivolto e di cui hai già la risposta pronta da un pezzo.
Mi hai davvero spiazzato!  Se devo essere sincero non saprei così su due piedi; ribalto la domanda e dico quelle che invece mi sottopongono maggiormente.
La maggior parte sono domande tecniche alle quali, non do mai una risposta precisa in quanto penso che il mezzo fotografico sia solo un tramite fittizio per il risultato finale.
L’immaginazione e la voglia di creare credo siano l’unico mezzo giusto per fare buona fotografia, non è la reflex da molti euro ma è il “guardare oltre” che fa la differenza.
Altra domanda che davvero mi fanno praticamente sempre è quella di non essere in imbarazzo facendo spesso glamour e nudo.
Premetto che nutro un grande rispetto per la donna e spero che dalle mie foto questo emerga.
L’imbarazzo quando inizi c’è sempre, poi la concentrazione nel lavoro lo dissolve.
Una domanda che non mi hanno fatto è: qual è il tuo tipo di donna per la vita, dopo aver incontrato donne molto belle? Cerco una donna con la quale possa essere una compagna “complice” ma non l’ho ancora trovata.

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Cosa c’è nel tuo futuro prossimo?
Personalmente avrei molti “sogni” da realizzare ma guardando ciò che succede in Italia, se da una parte mi sento fortunato ad avere un lavoro, dall’altro mi sento limitato nelle opportunità.
Mi piacerebbe viaggiare, vedere cosa c’è più in là, incontrare culture diverse, mi incuriosisce il Giappone… Incontrare persone interessanti che potrebbero essere miei mentori, dare continuità alla creatività senza preoccuparmi di come pagare una bolletta.
Sul lato artistico, mi piacerebbe sperimentare di più, ma in Italia le occasioni sono poche, un po’ per via della crisi e un po’ per l’impostazione gerontocratica che non permette di emergere.
L’arte è uno dei pochi campi in cui, se la persona vale davvero, lo dimostra concretamente con quello che ha creato.
Ringrazio questa rivista che mi permette visibilità e a questo proposito ne approfitto mandando un messaggio ai brand, riviste e chi lavora in questo ambito di dare spazio ai giovani, ai giovani che meritano e che lavorano seriamente.

 

Emanuele Cassina Tumblr | Facebook

Credits
Model: Nicole Andrea Tumblr | Facebook
MUA: Chiara Cividini Tumblr | Facebook

 

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